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EPP GROUP BUREAU MEETING, MILANO 22-24 APRILE 2015 DISCORSO DI BENVENUTO DELL’ON. LORENZO CESA CAPO DELEGAZIONE ITALIANA NCD-UDC AL PARLAMENTO EUROPEO

Buonasera a tutti. E’ un grande piacere anche per me dare il benvenuto in Italia, a Milano, a tutti gli amici del Ppe che ci hanno raggiunti per partecipare a questo importante meeting.
Fra pochi giorni, con l’inaugurazione dell’Expo, Milano diventerà la capitale mondiale del cibo e la grande questione delle strategie da adottare per nutrire un pianeta sempre più affollato di esseri umani sarà centrale anche in riferimento al tema dell’immigrazione di cui discuteremo in questi tre giorni.
La fame, la mancanza di acqua e di cibo, insieme alle guerre, è la prima causa degli imponenti fenomeni migratori a cui stiamo assistendo in questi anni.
E quello dell’immigrazione è il tema più rilevante in assoluto per il presente e per il futuro dell’Europa.
Anche se, con molta franchezza, devo dirvi che di fronte alla notizia della morte di oltre 800 persone l’altra notte nel mare Mediterraneo, la più grave, ma anche la più annunciata delle sciagure, nella storia del nostro mare, mi sono ritrovato a chiedermi se l’Europa esista davvero. E purtroppo non sono riuscito a darmi una risposta.
L’unica risposta che ho trovato è la vergogna.
Quelle vittime, tutte le vittime che muoiono bussando alla porta dell’Europa pesano sulle nostre coscienze.
Ora non servono più parole. Serve un soprassalto di coscienza appunto. Serve subito, adesso. E mi auguro che il Consiglio europeo straordinario di domani dimostri che l’Europa ha ancora una coscienza. Producendo decisioni concrete, che manifestino finalmente la consapevolezza che l’immigrazione non è un problema fra tanti, ma è il problema. Il problema non di questo o quel Paese, ma di tutta l’Unione Europea.
Dobbiamo superare il Regolamento di Dublino che è sbagliato perché addossa solo allo Stato di approdo dei clandestini l’obbligo di occuparsene. Dobbiamo iniziare subito una lotta senza quartiere agli scafisti e agli schiavisti. Dobbiamo aumentare il sostegno economico ai Paesi africani più poveri, perché lo 0,13% del nostro Pil che destiniamo loro ogni anno è un’altra fonte di vergogna.
E poiché la storia non ha tempo di aspettare le nostre incertezze, e i temi della politica si legano sempre tra loro, il tema dell’immigrazione richiama anche la necessità di darci finalmente davvero una politica estera comune, perché una parte importante delle soluzioni ai fenomeni migratori dipende dalla nostra capacità di trovare soluzioni di politica estera alle crisi della Libia e della Siria.
Io penso che il Ppe abbia nella sua cultura, nei suoi valori, nella sua storia la capacità di trovare le risposte politiche che servono e che in fin dei conti si riducono sempre a una sola: costruire l’Europa unita.
Mi fermo qui. Grazie ancora dell’attenzione e buon lavoro a tutti. ]]>